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dilezioni si manifestarono principalmente per le ceramiche, il gusto delle quali gli era stato ispirato da uno dei nobili D’Ondes Reggio, profughi siciliani in Genova prima del 1860, da lui conosciuti presso i marchesi Dondi, che abi­tavano allora nel palazzo Bianco ed il cui salotto egli soleva frequentare in­sieme col fratello Federico. Frutto cospicuo di tale passione fu una magnifica collezione di maioliche savonesi, ch’egli ebbe opportunità di esporre al pubblico nella mostra d’arte antica aperta a palazzo Bianco nel 1892 per le feste co­lombiane, e ch’egli poi donò in gran parte, con munificenza principesca, al Municipio di Genova: sicchè ora, raccolta in due vetrine, essa appartiene sta­bilmente al Museo dello stesso palazzo (1 ).

Al buon gusto per le cose artistiche Mr. Brown unì l’interesse per le ricerche scientifiche. Nel 1874 insieme al zoologo inglese Victor Brooke, e colla scorta e cooperazione del prof. Arturo Issel, fece eseguire a sue spese, a scopo d’indagini paletnologiche, alcuni scavi nella famosa caverna delle Arene Candide presso Finalmarina; caverna ch’egli poi visitava nuovamente nel marzo 1881 accompagnandovi l’allora principe ereditario Federico Guglielmo di Germania con la consorte, dietro la guida dello stesso prof. Issel (2 ). Il Brown diede anche ospitalità nella sua casa di Portofino al celebre naturalista tedesco Ernesto Haeckel, ch’erasi ivi recato per i suoi studj di biologia marina.

Oltre la collezione di maioliche su ricordata il nostro generoso con­socio donò al Municipio di Genova due portolani in pergamena disegnati, l’uno da Joan Martinez in Messina l’anno 1571, e l’altro da Vicentius Pennes in Maiorca nel 1601; più ancora la fotografia, da lui fatta ricavare espressamente, di una pagina dell’atlante del cartografo genovese Battista Agnese, opera pregevole del 1544 in 14 fogli di pergamena, conservata nella biblioteca del « Trinity College » di Dublino (3 ). Così per il suo gusto raffinato come per la sua speciale competenza in cose d’arte, come anche per l’affezione da lui co­tanto ostensibilmente dimostrata alla città di Genova, egli era stato da molti anni eletto membro della Commissione consultiva dell’Ufficio di Belle Arti a palazzo Bianco. Apparteneva altresì al « Burlington Fine Arts Club » di Londra.



  1. L’opera del Brown in occasione di detta mostra viene così ricordata nelle Cronache della commemorazione del IV centenario colombiano, magnifico volume in 4o di pp. 435, con molte illustrazioni, pubblicato dal Municipio di Genova:

    « Non dovea la mostra restar priva di una raccolta di ceramiche, e l’ebbe tale da superare l’aspettazione. Un’intera sala, la nona, fu destinata alle maioliche che, graziosamente assortite, vennero, con artistico gusto, collocate in apposite vetrine da quel gentiluomo che è il signor Yeats Brown, console di S. M. Britannica in Genova. Egli non fu solamente l’ordinatore della ricchissima collezione, m a provvide gran parte della stessa, fornendo i ricchi vasellami, le anfore, i preziosi oggetti, da lui con gran pazienza ed amore adunati » (pp. 180-181).

  2. Ved. Arturo Issel, Liguria preistorica; in Atti della Soc. Lig. di Stor. Patria, vol. XL, pp. 371, 376.
  3. Rivista Ligure, anno XL, 1913, fasc. I, pp. 51-52.