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stessa influenza che aveva procurato il posto al marito, lo assicurò al figlio. Questi era per altro ben adatto all’ufficio, sia per la piena conoscenza dei suoi doveri, sia per le doti del suo carattere, fra le quali predominava una perfetta padronanza di sè stesso anche nei momenti di maggior passione. Egli dimostrò sempre prudenza, saviezza e moderazione in ogni cosa, eccetto che nel fumare, aggiunge suo fratello.

Non sarebbe qui opportuno ch’io seguissi Montagu Yeats Brown nella sua lunga carriera di console, anche se possedessi tutti gli elementi a ciò ne­cessari; ma sarebbe, più che opportuno, doveroso, se di essa carriera potessi riferire quel tanto che ha attinenza cogli avvenimenti del nostro Risorgimento nazionale in rapporto alla politica inglese, di cui il Consolato di Genova era organo e specola. Ma pur troppo ignoro intieramente l’opera esercitata sotto tale rispetto dal Brown. Certo egli intervenne in parecchie congiunture nelle quali persone o cose o interessi inglesi si trovarono intrecciati cogli eventi della rivoluzione italiana, che si svolsero o si ripercossero in Genova fra il 1858 e il 1870. So, per esempio, ch’egli ebbe all’inizio della sua carriera consolare ad occuparsi di Miss Jessie White, cittadina inglese, poi Signora Mario, imprigionata in Genova per i fatti del 29 giugno 1857 accaduti in questa città, e liberata dopo qualche tempo dietro reclamo di lui ovvero del padre.

L’attività del Brown non si restrinse all’esercizio della sua carica uffi­ciale, ma si spiegò altresì, indice dell’agilità della sua mente e della moltiplicità delle attitudini e degli interessi del suo spirito, così nello svariato campo dello sport, come in quello, non meno svariato, della cultura e dell’arte, quale amatore, competente estimatore e provvido raccoglitore di oggetti spettanti al­l’ampio dominio dell’archeologia e delle arti del disegno. Secondo l’uso inglese, fin dalla prima giovinezza egli coltivò tutti gli esercizi fisici atti all’invigorimento del corpo, dal nuoto alla danza. Ancora adolescente fece col padre e col fratello le prime escursioni in montagna a Courmayeur e Chamonix, che poi seguitò negli anni della giovinezza e della virilità in compagnia dello stesso suo fratello e di altri. Sino dal 1856 era già un buon conduttore di barche a vela; egli ed il fratello, con alcuni loro parenti ed amici inglesi, inaugurarono poi in Genova gli esercizi di canottaggio e di remeggio (rowing), diffondendo fra noi il gusto di cosiffatto sport, e porgendo occasione di seguire il loro esem­pio ad alcuni genovesi, fra i quali è da ricordare a titolo d’onore Ferdinando Brocchi, ora commendatore, che vi si segnalò e tenne alto il nome di Genova in parecchie regate eseguite in circostanze memorabili.

Per quanto si attiene alle cose artistiche, il Brown ebbe disposizione naturale a discernere il bello in ogni opera creata dall’ingegno umano, e cul­tura sufficiente ad apprezzarne il valore storico. Guidato così dal suo innato gusto estetico ed illuminato dalle sue cognizioni, egli raccolse una moltitudine di oggetti e di cimelj appartenenti a tutti i rami delle belle arti. Ma le sue pre­-