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dalla quale ultima poi si ritirò dietro compenso di una grossa somma. Egli ebbe un unico maschio, che si chiamò parimente Timothy, il quale visse in sua gioventù largamente della fortuna paterna, spendendo talora più di quanto potesse disporre; talché vi fu una volta una grave questione tra padre e figlio circa una cambiale segnata Timothy Brown, che il padre rimproverava al figlio, per cui questo da allora in poi si firmò T. Yeats Brown per distinguersi dal suo genitore. Il cognome aggiunto Yeats, che passò in seguito al defunto consocio, era quello di certa vecchia miss, dalla quale il giovane Timoteo aveva avuto, sembra per ragioni di affinità di famiglia, un’impensata elargizione.

Timothy Yeats Brown, di cui fu figlio il defunto consocio, condusse, come ho detto, vita dispendiosa mentre ancora viveva suo padre, tenendo a Londra appartamento separato in Manchester Street ed in Manchester Square (che era allora un quartiere alla moda, poi demolito), ed accogliendovi ed aiutando del proprio molti profughi italiani. Nato il 14 luglio 1789, il giorno in cui fu presa la Bastiglia, egli era naturalmente un caldo partigiano della politica liberale; alla quale, oltre la suggestione della data di nascita, lo spingeva altresì l’esempio del padre egualmente militante nel partito liberale. Egli fu così uno dei non pochi inglesi amici ed aiutatori del primo movimento nazionale italiano, e va additato alla gratitudine della presente generazione per avere sovvenuto, fra i tanti esuli italiani che trovarono rifugio in Inghilterra, il conte Porro di Lambertenghi le cui proprietà erano state sequestrate dagli Austriaci, che non gliele restituirono se non che nel 1840; il conte Confalonieri, che egli portò fuori di Milano sulla cassetta della sua carrozza, come un domestico, sot­traendolo per allora al carcere, benché più tardi cadesse nelle mani dei dominatori della Lombardia; Panizzi. che fu poi bibliotecario del British Museum; ed Ugo Foscolo, di cui il nostro consocio conservava gelosamente una cambiale per una grossa somma in favore dello stesso suo padre Timoteo, con una lettera di 36 pagine a questo diretta.

Il quale Timoteo erasi ammogliato in prime nozze con Miss Mary Ann Goldsmid, morta immaturamente in età di 22 anni a Torno sul lago di Como il 3 settembre 1817, senza lasciargli prole. Egli aveva la passione dei viaggi, che la fortuna avita gli acconsentì di esercitare con assidua vicenda e con signo­rile larghezza. Fra il 1825 ed il 1832 percorse una gran parte del continente europeo per mezzo di un giallo calesse da posta fabbricato espressamente a Vienna, capace di quattro persone con una notevole quantità di bagaglio. Diceva di avere coperto con esso ottomila miglia. Nel corso dei suoi viaggi capitò a Monaco di Baviera dove incontrò e sposò nel 1829 Stuarta, una delle parecchie figlie di Lord Erskine, il quale era ivi ministro inglese presso quella Corte reale, e di Frances Cadwalader di Filadelfia, moglie di esso Lord. Questi, che divenne così nonno del defunto consocio, era uno dei figli del ben noto Lord Cancelliere Erskine, personaggio importante sotto Giorgio III e terzo figlio del decimo conte