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98 Atlandide


Sollecita la ciurma a questa parte,
     Com’Edea comandò, volse la prora,
     E le vele calò giù dalle sarte,
     Che a mezzo ciel non era il sole ancora.
     Scivolavan su l’onde ad ali sparte
     I gabbiani gracchiando ad ora ad ora,
     Mentre nel golfo qualche paranzella
     Più qua più là facea la tarantella.

La spiaggia, che nell’acqua il lembo immerge,
     Ondulando su su da la marina,
     Di liete erbe s’adorna e tanto s’erge,
     Che, se non monte, la puoi dir collina;
     L’onda, che dalla sabbia il piè le terge,
     S’insena in essa placida e turchina,
     Finchè, stagnando in una lutea conca,
     Fa da sudicio specchio a una spelonca.

Questa è la reggia venerata e l’ara,
     Cui dintorno s’accoglie un doppio gregge,
     Che poetando e censurando a gara
     Empie il mondo di bombe e di corregge;
     Da questa grotta omai famosa e chiara,
     Sinai novello, uscì la nuova legge,
     Onde ognuno può far, come tu vedi,
     Critiche col groppon, versi co’ piedi.