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Canto quarto 93


Gli veniva da lato a picciol passo
     Un lasagnone sgloriato e sciocco,
     Che sì spelato era dall’alto al basso
     Qual fatto avesse un bagno di merdocco;
     Penzolavagli il capo incerto e lasso,
     Come fico al soffiar dello scirocco;
     Sporgente il muso avea, cisposi gli occhi,
     E gli faceano giacomo i ginocchi.

Per soprannome ei s’era messo Gracco,
     Ma gli altri, o fosse invidia od ignoranza,
     Or lo chiamavan Gracchio ed ora Cacco,
     Ond’ei facea duelli a tutta oltranza,
     Perchè davvero egli non è un vigliacco;
     Anzi un giorno, a difender la sua ganza,
     Ei fece al suo rival proprio in quel sito
     Un buco tal, che non n’è più guarito.

Questi, allor disse Edea con un ghignetto,
     È qui tra’ novatori un dei capoccia,
     Che Bacunino e Crapocchino ha letto,
     Ma più duro ha il cervel di questa roccia;
     Pieno di maltalento e di dispetto,
     Ma vano ai fatti, e più che noccia, scoccia;
     Fatuo, cocciuto, riottoso e rozzo,
     Di bocca osceno e di costumi sozzo.

7. — Rapisardi, Atlantide.