Nè del tetto ha miglior questa spettrale
Bizzarra stirpe il cibo e il vestimento:
Qualche pugno di grilli e di cicale
È il loro giornalier sostentamento;
A vestiario poi stan proprio male,
Basti dir che van nudi al sole e al vento,
Se non che un cencio, ma troppo onorario,
Or sì or no lor copre il necessario.
Ed ecco, fuor d’una spelonca nera
In un salmodiar grave di frati
E con dinanzi al corpo una bandiera
Vermiglia ad arabeschi indiavolati,
Sbucar ne vede Esperio un’ampia schiera,
Ch’or maestosa, a passi misurati
Move, or di corsa, a balzi e con siffatti
Strilli, ch’ei tosto sospettò: son matti.
Edea, che al volto e agli occhi un po’ sgomenti
Del sospetto di lui tosto s’avvede:
Matte, dice, non son già queste genti,
Ma tienti in parte, o portiam lungi il piede;
Se no del rio potere empj strumenti
O ladri o spie dello stranier ci crede
Qualcun di loro, e qual gambero rosso
All’armi raglia, e ci si avventa addosso.