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Canto quarto 83


Costui dunque all’udir tali proteste:
     Io son del tuo parer, dice, e tu ’l sai
     Se me n’infischio delle trippe oneste,
     Chè la voglia l’ho anch’io dove tu l’hai:
     Essere destro, aver le mani leste
     E non poterle oprare è grave assai;
     Ma a te non fo misteri: odio coloro
     Che abborri tu; ma il mio silenzio.... è d’oro.

Pur sta’ tranquillo: rompere saprò
     A tempo il freno e trar calci a’ corbelli;
     Ma ora non mi par tempo da ciò,
     Benchè n’abbia di lor fin su’ capelli.
     E l’altro, come un bue sbuffando: Oh il so,
     Tu sei Toscano, voglio dir di quelli
     Che pronta han lingua e graziosa faccia,
     Ma tiran brace alla propria focaccia.

In questa, accanto ad essi ecco guizzare
     Un losco mostriciatto agile e gajo,
     Ch’un di quei bacherozzoli ti pare
     Nati tra ’l fermentar d’un letamajo.
     Partenopeo sbirciollo, e: Olà, compare,
     Gridò, se non vinciam, vostr’anco è il guajo:
     Mano dunque alla penna, e date addosso
     A quanti cani ci contendon l’osso!