In cima a tale andron serpon le scale
Così fetide e strette e oscure affatto,
Ch’essere nel budel par d’un majale
Che buona digestion non abbia fatto;
A capo d’esse è un gemino animale,
Che al muso e all’ugne esser potrebbe un gatto.
Ma carnoso e muliebre in modo strano
E fornito di coda ha il deretano.
A una specie di cesso indi s’arriva,
Che Sgabuzzin delle Carote è detto,
E dove ad ogni dì buona o cattiva
S’inventa, ma però senza brevetto,
Una notizia assai sbalorditiva,
Condita in modo da non dar sospetto,
Sì che la gente trepidando accorsa
Abbassar senta o rialzar la borsa.
Vien poi la sala dell’Uffizio, a fresco
Tutta dipinta in su lo stile antico:
Qui c’è Gesù con gli altri assiso al desco,
Là Giuda col danar ma senza il fico;
L’ubbriaco Noè qui piglia il fresco,
Nudo mostrando a Dio quel che non dico;
Pinta Gomorra è nel più alto loco,
Ma prima ancor che vi cadesse il foco.