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Canto quarto 79

Nei buchi, onde somiglia a butteroso
     Volto d’un mostro il cortile ampio e sozzo,
     Di vecchie gazze un popolo nojoso
     In un gracchiar perenne agita il gozzo;
     Pigiasi irrequieto e clamoroso
     Sotto a’ lor nidi il volgo ignaro e rozzo,
     E spalancando a gara ampia la bocca
     I lor caldi escrementi avido imbocca.

Sopra ogni porta, ogni uscio, ogni postierla
     È una diversa maschera dipinta,
     Ma di color sì vivo, che a vederla,
     Vera e mobil ti sembra umana grinta;
     Fra l’una e l’altra maschera è una merla
     Col becco aperto, vera no, ma finta,
     E così ben, che innamorati cotti
     Spesso a’ suoi piedi cadono i merlotti.

Altre bestie vi sono, e queste vere
     E a differenti ufficj ammaestrate:
     Due scimmie in su l’entrar fanno da usciere
     Entro due gabbie anguste accoccolate;
     Una volpe da gran cerimoniere
     Con maniere amichevoli e garbate
     V’immette in un androne umido e cupo.
     Dove sta in guardia od in agguato un lupo.