Nei buchi, onde somiglia a butteroso
Volto d’un mostro il cortile ampio e sozzo,
Di vecchie gazze un popolo nojoso
In un gracchiar perenne agita il gozzo;
Pigiasi irrequieto e clamoroso
Sotto a’ lor nidi il volgo ignaro e rozzo,
E spalancando a gara ampia la bocca
I lor caldi escrementi avido imbocca.
Sopra ogni porta, ogni uscio, ogni postierla
È una diversa maschera dipinta,
Ma di color sì vivo, che a vederla,
Vera e mobil ti sembra umana grinta;
Fra l’una e l’altra maschera è una merla
Col becco aperto, vera no, ma finta,
E così ben, che innamorati cotti
Spesso a’ suoi piedi cadono i merlotti.
Altre bestie vi sono, e queste vere
E a differenti ufficj ammaestrate:
Due scimmie in su l’entrar fanno da usciere
Entro due gabbie anguste accoccolate;
Una volpe da gran cerimoniere
Con maniere amichevoli e garbate
V’immette in un androne umido e cupo.
Dove sta in guardia od in agguato un lupo.