Una donnaccia smorfiosa e brutta
Che delle braccia al sen fa barbacane,
Grassa bracata ma grinzosa tutta
Ciceroneggia alle famiglie estrane:
Ad ogni frase che il suo gozzo erutta,
Crepita un genio fra le sue sottane;
Ond’ella il capo rivoltando indietro.
Dice con unzion: Viva San Pietro!
Attorno ai polsi, che pajon senesi
Burischj o ver zamponi andati a male,
A mo’ d’armille porta certi arnesi,
Onde il lavoro e la materia vale;
Ella dice, scherzando, averli presi
Per poco da un beccajo officiale,
E che tutti di vertebre son fatti
D’ereticacci scellerati e matti.
Odon la storia le dame straniere
(Francesi) ora di questo or di quell’osso,
E ne prendon così vivo piacere.
Che se la fan divotamente addosso.
Ma Esperio non ne vuol di più sapere,
E d’ira insieme e di vergogna rosso:
Io scoppio, dice, se di qui non esco;
Edea, di grazia, usciamo un poco al fresco.