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Canto terzo 63


Una donnaccia smorfiosa e brutta
     Che delle braccia al sen fa barbacane,
     Grassa bracata ma grinzosa tutta
     Ciceroneggia alle famiglie estrane:
     Ad ogni frase che il suo gozzo erutta,
     Crepita un genio fra le sue sottane;
     Ond’ella il capo rivoltando indietro.
     Dice con unzion: Viva San Pietro!
     
Attorno ai polsi, che pajon senesi
     Burischj o ver zamponi andati a male,
     A mo’ d’armille porta certi arnesi,
     Onde il lavoro e la materia vale;
     Ella dice, scherzando, averli presi
     Per poco da un beccajo officiale,
     E che tutti di vertebre son fatti
     D’ereticacci scellerati e matti.

Odon la storia le dame straniere
     (Francesi) ora di questo or di quell’osso,
     E ne prendon così vivo piacere.
     Che se la fan divotamente addosso.
     Ma Esperio non ne vuol di più sapere,
     E d’ira insieme e di vergogna rosso:
     Io scoppio, dice, se di qui non esco;
     Edea, di grazia, usciamo un poco al fresco.