Sublime un tempio al porticato in centro
Candido poggia e sempre ornato a festa:
Marmoreo par, ma se ben guardi addentro,
Tutta la mole sua d’ossa è contesta;
Il mirabile altar, che ad esso è dentro,
Genio e poter più che mortale attesta,
Chè ad arte di mosaico è lavorato,
E ogni pezzetto è un cuor pietrificato.
E d’umano cervel con arte pari
Impietrato e tirato a pulimento,
Non pur dintorno ai preziosi altari,
Ma tutto della chiesa è il pavimento;
Di cervelli muliebri e di volgari
Fu fornito in gran parte il monumento;
Di guerrieri e di re ve n’è qualcuno,
Di papi e preti, a quanto io so, nessuno.
Una cortina vegetal perenne
Si ravvolge e s’intesse all’ara intorno,
E d’incensi soavi e di solenne
Penombra invade il mistico soggiorno;
Per la crepuscolare aura le penne,
Quasi grù pellegrine in ciel piovorno,
Muove uno stuol di perfidi animali,
Ch’altro corpo non han che granfie ed ali.