Fugge, è ver, le tue case e i lidi cari
Tanta parte de’ tuoi maledicendo,
E per terre inclementi e vacui mari
Erra le trafficate ossa spargendo:
Meglio la sferza di padroni avari
E le immani foreste e il mare orrendo,
Che sotto il tuo bel ciel veder le grame
Spose e i figliuoli smaniar di fame!
Che ti fa? Più gioconda e più secura
La grifagna genía truffa e banchetta,
E stretta ora coi despoti in congiura
Ree leghe ordisce e leggi inique affretta;
Di pietà mascherando or la paura,
Con l'abborrito popolo civetta,
E, ad ingannarlo e a soffocarlo intenta,
Pace eterna promette ed armi ostenta.
Garibaldi, ove sei? Qui, dove or ora
Lampeggiò la tua fronte e la tua spada,
Dove l’anima tua palpita ancora,
Viver si attenta una sì rea masnada?
Viver, che dico? È forte ella, è signora,
È regina di questa orba contrada;
Di potere ubbriaca urla ed esulta,
E all’ossa tue cancaneggiando insulta!