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42 Atlantide


Vedi là quel ridotto, in su le arene
     Quasi a difesa del gran regno estrutto?
     Un enorme frantojo esso contiene
     Di nuova invenzion, di ferro tutto:
     Ogni lavorator qui tratto viene
     Tutto a depor di sue fatiche il frutto,
     E a depurarlo d'ogni umor maligno
     Vien cacciato ogni dì sotto all’ordigno.

Urge la mola immane, e in pochi istanti
     Al misero soggetto il succo spreme,
     Che dal torchio capace ai sottostanti
     Tini stridendo e cigolando geme:
     Scricchiolar senti l'ossa e i membri infranti,
     Stillar vedi col pianto il sangue insieme;
     Ma l'industria borghese è si squisita,
     Che nell’esausto sen lascia la vita.

Esce vivo il meschin dall’aspre strette,
     Ma tale che dir larva od ombra il puoi,
     E, sia stoltezza o sia viltà, commette
     Al torcolier di nuovo i giorni suoi:
     Questi che ben lo strinse e lo spremette,
     Fuor con una pedata il manda poi,
     E del sangue ancor caldo empiendo il gozzo,
     Gli gitta in cambio una minaccia e un tozzo.