Pagina:Atlantide (Mario Rapisardi).djvu/41


Canto secondo 41


Il più stimato e nobile mestiere
     È qui fare il mercante e l'usurajo;
     Il banchiere, il sensale, il rigattiere
     Sono i galli di questo immondezzajo;
     Vender sè stessi è il massimo piacere;
     Non trovar compratori il peggior guajo;
     Costume il furto, ufficio il tradimento,
     Una professione il fallimento.

D’ogni vol, d'ogni ardir, d’ogni divario
     Sì cordial nemico è questo gregge,
     Che, perchè tutto stia nell’ordinario,
     La potatura dell’ingegno è legge.
     Chi non bruca e non striscia è un visionario;
     Chi pensa ha il capo dietro alle corregge;
     Chi non si lascia cincischiar la pelle
     Senza guaire, a dir poco, è ribelle.

Con tal sodo sistema educativo,
     Fondato su l’amore e l’uguaglianza,
     Democratico, onesto, evolutivo,
     Le teste, è ver, non sono in abbondanza;
     Ma che importa ad un popol positivo
     Delle teste, con debita creanza?
     Alla bisogna sua basta una squadra
     Di gropponi tirati a fil di squadra.