All’arrivar dell’inattesa prora
Eresse il mostro diffidente il grifo,
Spalancò le tre bocche, e mandò fuora
Miasmi, ond’ebbe Esperio orrore e schifo;
Anche colei che il guida e l’innamora
Diessi a fiutar, non senza fare il nifo,
Un’essenza ch’avea nella pezzuola
Non so se di giaggiolo o di viola.
Gorgogliaron le aperte, avide gole,
Che chiaviche parean sozze e profonde,
E un intruglio di bava e di parole
Ed altre defecâr materie immonde.
Disse al giovane Edea: Se non si vuole
Restar dell’altro a bada in su quest’onde,
Subito mostra al minaccioso grugno
La colma borsa, e se non basta, il pugno.
Poi che avara è così questa bestiaccia,
Che nonostante la viltà natia,
Non che cedere innanzi a una minaccia,
S’avventerebbe addosso a chicchessia:
Però cosa non è che dica e faccia
Per la tua bella fronte o per la mia,
Ma tutto in essa è calcolato effetto
Delle due cose che testè t’ho detto.