Turbasi infatti a poco a poco il mare
E l’onde arruffa e l’irte creste imbianca,
Sì che prima a cullarsi, indi a ballare 44Comincia il navicel che pure arranca.
Or qui l’ardua virtù convien chiamare.
Disse al giovane Edea, che più ti manca,
La virtù dico, onde non ha mai troppa 48Provvista il saggio e del somier la groppa.
Chè se tu, come suoli, adito a lei,
Non che ricetto, ora in cor tuo rifiuti.
Mal potrai con pacato animo i rei 52Lochi osservare a cui già siam venuti,
Nè conoscere il mostro onde i più bei
Sensi dell’uomo han tanti oltraggi avuti:
Ed ahimè, troppo è omai che gli onesti hanno 56Sul collo il giogo d’un sì vil tiranno!
Sappi, che questo oceano irrequieto
Su cui la nostra prora agile move,
Ancor che il vento non sia troppo líeto, 60È detto il Mare dell’Ottantanove:
Di molte isole e scogli esso è discreto
Popolati di razze ibride e nove,
Di cui lo stato, che da un secol dura, 64Per basi ha l’avarizia e l’impostura.