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34 Atlantide


D’ignudi fanciulletti un’inquieta
     Ciurma da poppa a prua corre, saltella,
     S’arrampica alle funi, alla secreta
     Stiva discende e s’urta e s’arrovella;
     Ma ad un cenno d’Edea, tacita e cheta
     Si ricompone, ed a quest’opra e a quella
     Con piè ratto s’addice e con man lieve,
     Ma torna al chiasso e al tafferuglio in breve.

Or sì or no tra bigie nubi erranti
     La luna affaccia la testina bionda,
     E or fa piacere a’ ladri ora agli amanti,
     Or a’ colli civetta ed ora all’onda:
     Forse ella sa, che per andare avanti
     Gabbar tutti bisogna, e ancor che tonda,
     A volpeggiare e trappolare apprese,
     Secondo il gusto dell’età borghese.

Se non che il cupo brontolio dei flutti,
     Benchè piana e lucente abbian la faccia,
     Avvisar può, che chi ninfeggia a tutti,
     Lo scontento di tutti alfin procaccia;
     E che la furberia dei farabutti
     Non troppo ha da contar su la bonaccia,
     Chè dare un tuffo da un istante all’altro
     Può nel cordon chi ti sembrò più scaltro.