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30 | Atlantide |
Morte non già, riprese Edea, la fonte
D’una vita più bella oggi a te schiudo,
Sol che del vulgo abjetto a’ danni, all’onte
356Ti sia l’alta coscienza usbergo e scudo.
Vieni, l’ora è propizia; ecco sul monte
Tutto appare del sole il disco ignudo;
E nel bosco e nel ciel tutta una festa:
360La primavera del tuo core è questa.
Disse, ed in lui, che già securo in viso
Dal suo povero asilo alfin s’è tolto.
D’un soave, ineffabile sorriso
364Illuminò gli occhi profondi e il volto.
Per un sentier tra vive rocce inciso,
Muto di verde e malagevol molto,
Escono a una pianura ampia e gioconda
368Che digrada del mar sino alla sponda.