Vieni; da questo lido ermo e selvaggio,
Ove dell’età rea sdegno t’ha chiuso,
E in cui della tua pura anima il raggio 332Perdesi in obliose ombre confuso,
Meco ti affida al salutar viaggio
Ond’è per sempre il bieco vulgo escluso;
A che pur guardi intorno, e con incerto 336Core vagheggi ancor questo deserto?
O caro agli occhi miei, più che di fasto,
Il giovane esclamò, splendide sale,
O come il viver mio semplice e casto 340Refugio fido al mio dolor mortale,
Ben io fin all’estrema ora rimasto
Sarei nella tua cheta ombra ospitale;
Ben io l’ultimo in te sonno infinito, 344Come in grembo materno, avrei dormito!
Ma poi che nel mio core oggi costei
Speranze altere e vigor novo infonde.
Tutta credendo la mia vita a lei, 348Dell’avvenir m’accingo a tentar l’onde.
Così alfine potesser gli occhi miei
L’aura fruir delle beate sponde,
O nell’eterno, tenebroso mare 352Assorto in un’Idea santa affogare!