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Canto primo 27


Credi: sì basso infuria e tanto abjetto
     Il reo costume dilagando crebbe,
     Che farne d’ira e di dolore oggetto,
     284Non che vano travaglio, onta sarebbe:
     D’ira strida al tuo riso e di dispetto
     Chi la sozza corrente avido bebbe:
     Contro l’artiglio a vili prede avvezzo
     288L’amor mio ti fia schermo e il tuo disprezzo.

Crudi scherni, aspri motti, acri proteste
     Scoppiare udrai dal labbro mio sovente:
     Quando l’anima mia lo sdegno investe,
     292Divien lo scherzo mio ferro rovente;
     Si contorca alle mie voci rubeste
     Chi turpe è all’opre e al favellar piacente:
     Io dico fango al fango, e le civili
     296Maschere abborro e il galateo dei vili.

Giorno verrà, nè di fantasmi vani
     L’alta fidanza del tuo ben m’illude,
     Che i miei sarcasmi inconsueti e strani
     300Tempreran l’alme a rigorosa incude;
     L’ardito esempio ammireran gli umani,
     Ridiranno il mio dir semplice e rude,
     Ed un eletto giovanil drappello
     304Bacerà conoscente il mio flagello.