Trasfigurata allora in fiamma viva,
Gloriosa, raggiante Edea si eresse,
E ad Esperio, che i suoi moti seguiva,
Un sorriso ineffabile concesse;
Con voce poi, che l’avvenire udiva,
Conforti fieri, alti presagi espresse;
Lene ondeggia da pria l’aria tranquilla,
Esulta poi terribilmente e squilla:
Se insiem con te qui nel bel regno io venni,
Di cui l’egro tuo cor smarría la fede,
Se la promessa generosa attenni,
L’animo tuo redento ecco se ’l vede:
L’ardue speranze, onde il tuo cor sostenni,
Vive or tu miri nella propria sede;
Or dal secolo vil tanto sei lunge,
Che a te d’ira o livor dardo non giunge.
Qui ti ritempra, esule spirto, e al lume
Degli occhi miei l’estro onorato accendi,
E i dubbj sozzi e il torpido costume
Quinci del mondo a sfolgorare imprendi:
Al tuo pensier la Verità sia nume,
Solo al suo culto e al suo trionfo attendi,
La Verità che placida e secura
Tra’ sogni miei, sotto al mio Sol matura.