Duci e maestri del sidereo coro,
Che al sociale error volse le spalle,
Platon qui vedi e il Campanella e il Moro,
Che aprîr dei Sogni luminosi il calle;
Sapiente, operoso insiem con loro
Freme il genio di Marx e di Lassalle,
A’ cui dardi cadrà, con quanti stanno
Superbi in trono, il Capital tiranno.
O Pisacane, o prima itala mente
In cui la nova Idea fiammando scese,
Ben hai tu loco in questa sfera ardente,
Tu cui la pigra età tardi comprese.
Generoso! Di gioghi impaziente,
D’alti esempj bramoso e d’alte imprese,
Pura serbando al Ver l’anima ardita,
A men fulgida Idea desti la vita!
Ma l’Idea, che diè luce al tuo pensiero,
Or più non vive dispregiata e sola,
Anzi uno stuol magnanimo e guerriero
L’ardue leggi ne afferma e a lei s’immola:
Morì per essa or or Carlo Cafiero,
Cor d’asceta e d’eroe ch’alto qui vola,
E del Ver che sognò splendido in vista
Le morte forze e la ragion racquista.