O generoso core ad amar nato,
Di pietà, di speranze e d’onor pieno,
Per ogni bacio tuo strali t’han dato, 260Per ogni piaga tua fiele e veleno;
Ma dagli strazj suoi purificato
Tempio dell’Ideal fatto è il tuo seno;
Nel tuo nobile cor, come in sua reggia, 264La redentrice Carità troneggia.
Qui, dove il male e la sventura alligna,
Tu straniero t’avvolgi ed incompreso;
Fra gente abjetta all’altrui bene arcigna 268Solo è il tuo core all’altrui bene inteso;
Ben è virtù dell’indole benigna,
Se fra tanta viltà rimani illeso,
E in un mondo di stolti e di cattivi 272Al Ver soltanto e alla Giustizia vivi.
Ma dall’alata fantasia condotto
In un cielo di sogni e di splendori,
Del secol vecchio ad ogni vizio rotto 276E dell’altrui viltà troppo ti accori.
Lascia, o cor generoso, al vulgo indotto
Il gemer vano in su’ presenti errori:
Età nova s’appressa; i volti infidi 280Smaschera a’ turpi morituri, e ridi!