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254 Atlandide


Balza di tutti a tanta vista il core,
     Vibra l’aria di nuove, alte armonie,
     Mentre d’un verde, spirital chiarore
     E del cielo e del mar s’empion le vie:
     Forse vede così l’abitatore
     D’Andromeda mutar l’aure natie,
     Quando pe’ campi, ove l’Un Sol si addorme,
     L’altro vien su, come smeraldo enorme.

Vaghe sembianze, aeree e vereconde
     Forme tra di fanciulle e di donzelle,
     Emergono dal fior bianco dell’onde,
     Qual da rorido cielo argentee stelle:
     Velate son, ma il vel non le nasconde;
     Pallide son, ma nel pallor più belle;
     Pensose, ma il pensier dolce si mesce
     A un dolce riso, e la bellezza accresce.

Intorno al navicel, ch’agile avanza
     E già già tocca l’agognata riva,
     Ordite in casta, armoniosa danza
     Fan di sè stesse una ghirlanda viva;
     Una soave, mistica odoranza
     Di gialle rose e di fragrante oliva
     Emana dalle fresche, eburnee membra,
     E dell’anima lor l’anima sembra.