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250 Atlandide


Fan tale un’armonia, cui non intese
     Mai chi non vive all’Ideal vicino,
     E cui nei suoni eccelsi unico rese,
     O Beethoven, il tuo genio divino:
     Nell’azzurro dei sogni ampio paese,
     Or tu vivi in un tempio adamantino,
     Dove i concenti nel tuo core accolti
     Riecheggiar di cielo in cielo ascolti.

Ode Esperio ammirando, e la sopita
     Virtù dei carmi nel suo cor si desta,
     Come al bacio d’april sorge la vita
     E tripudia pe’ campi ornati a festa;
     In quell’arcana melodia rapita
     L’anima sua soavemente resta,
     Finchè mutata in melodia pur ella,
     Tutta si mesce e si confonde in quella.

Fiore così, che trepidando aspira
     L’aura che lo ravviva e l’accarezza,
     Nel sen fresco di lei l’anima spira,
     E in lei trasfuso dolcemente olezza;
     Mare così, che il ciel nitido mira,
     Ne accoglie in sè la luminosa ebbrezza,
     E nella chiara intimità dell’onde
     Con quel del cielo il suo color confonde.