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Quale obliosa per l’immensa luce
Giovane, innamorata aquila aleggia,
E tanto in su dal nido ermo si adduce,
Che occhio non è che la distingua o veggia,
Tale il battel, cui l’Ideale è duce,
La splendida dei Sogni onda veleggia,
D’ogni sponda sì lungi e d’ogni lito,
Che perdersi ti par nell’infinito.
Con un vivo alitar d’anime umane
Spirano l’aure e van destando i flutti,
Che in melodie vertiginose e strane
Palpitando d’amor si levan tutti:
Confidenze sublimi in voci arcane,
Sorrisi da sorrisi altri distrutti,
Baci d’addio, vittoriosi canti,
Scoppiar di sdegni e singhiozzar d’amanti,