Nel tuo grido proruppe, e all’aure prave,
Onda oscura intristía l’itala pianta,
Diffuse a un tratto un fremito soave,
Una speranza inusitata e santa;
Dai pigri petti, dalle menti ignave
Fugò la nebbia e la negghienza tanta,
E come squillo di celesti trombe,
Svegliò la terra ed animò le tombe.
Sorsero sette re, pullulâr sette
Venali turbe al mal d’Italia armate,
E industri insidie e perfide vendette
Fra l’erbe ordîr dal pianto tuo bagnate;
Il demonio dell’Odio e delle Sette
Ti saettò con l’armi avvelenate;
Ma il vermiglio Guerriero, un contro a tutti,
Sguainò la sua spada, e fûr distrutti.
Salve, o dell’Ideal nitido acciaro,
Raggio di libertà puro ed ardente,
Celere qual pensier, come Sol chiaro,
Gloria della ridesta itala gente!
Per te dall’ombre dell’esilio amaro
Rifiammeggiò del Ligure la mente;
Per te l’Idea, che il cor gli arse perenne,
Nella destra d’un dio fulmin divenne!