Qui gl’idoli selvaggi, onde l’umana
Gente si torse in sì tenace affanno,
Vagolanti fantasmi all’aura vana,
Dalla terra e dal cielo esuli vanno:
Un occulto poter li batte e sbrana,
Nè tregua mai di tal martirio avranno,
Finchè l’uman Pensier tutto redento
Non li disperda un dopo l’altro al vento.
Piovono qui, sotto a’ gagliardi fiati
Onde le tarde menti il Ver disgombra,
Quanti rei libri in folli età pregiati
Sparsa la terra han di malizia e d’ombra:
Mostri sul Ren dall’avarizia nati,
La cui plumbea dottrina Italia ingombra;
Mostri nati alla Senna e d’aria pregni,
Ch’empion di vanità gl’itali ingegni.
Saltar qui mira in orride tregende,
Come luride streghe intorno al noce,
Quante folli, crudeli, empie leggende
Lusingarono già l’età feroce:
D’origine celeste e di stupende
Tempre e d’opre immortali ebber già voce;
Ma all’oblio condannate o al vitupero
Urlano or qui sotto al flagel del Vero.