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Nell’oceano dei Sogni, oltre il negghiente
Lido, torreggia una montagna gialla,
A cui zefiro mai d’erba fiorente
Orna il piè scabro e la gibbosa spalla;
Assedia i fianchi suoi perpetuamente
Col turbine che mugghia il mar che balla,
Balla feroce, e al popolo somiglia
Tripudiante su la rea Bastiglia.
Come vuoto sepolcro, ogni sua vetta
In un morto vaneggia ampio cratere,
Che, quasi bocca sitibonda, aspetta
Cosa che dee dall’alto in lui cadere.
Nemesi qui la turba empia saetta
Dei tiranni del corpo e del pensiere;
Qui le catene atroci e l’armi stolte
Presto saranno in tetro oblio sepolte.