E se core tu hai di lasciar questa
Tanto dai sogni tuoi piaggia diversa,
Ove la tua pensosa anima onesta 188Fra l’ombre errante in fieri dubbj or versa,
Fuor della turba stolida e molesta
In parte io t’addurrò libera e tersa,
Là dove eterna alla redenta prole 192La divina Utopia splende qual sole.
Edea sua figlia io sono, io delle sante
Visioni con essa abito il regno,
Ch’apresi indefinito oltre l’Atlante 196E da cui sol per tua salute io vegno;
Tu della dea lo splendido sembiante,
Tu la pace godrai di cui sei degno,
Tu nell’immensa luce a cui t’invito 200L’ebbrezza proverai dell’infinito.
Vieni, tronca l’indugio, e così d’ogni
Ritroso dubbio il vago animo sgombra,
Che quanto alfin da lunga mano agogni 204Limpido e palpitante esca dall’ombra.
Ecco scisso il vel mistico dei sogni
Che di miti leggiadri il vero adombra,
E una donna in me vedi e vera e viva 208Pronta a guidarti alla sognata riva.