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Canto primo 23


E se core tu hai di lasciar questa
     Tanto dai sogni tuoi piaggia diversa,
     Ove la tua pensosa anima onesta
     188Fra l’ombre errante in fieri dubbj or versa,
     Fuor della turba stolida e molesta
     In parte io t’addurrò libera e tersa,
     Là dove eterna alla redenta prole
     192La divina Utopia splende qual sole.

Edea sua figlia io sono, io delle sante
     Visioni con essa abito il regno,
     Ch’apresi indefinito oltre l’Atlante
     196E da cui sol per tua salute io vegno;
     Tu della dea lo splendido sembiante,
     Tu la pace godrai di cui sei degno,
     Tu nell’immensa luce a cui t’invito
     200L’ebbrezza proverai dell’infinito.

Vieni, tronca l’indugio, e così d’ogni
     Ritroso dubbio il vago animo sgombra,
     Che quanto alfin da lunga mano agogni
     204Limpido e palpitante esca dall’ombra.
     Ecco scisso il vel mistico dei sogni
     Che di miti leggiadri il vero adombra,
     E una donna in me vedi e vera e viva
     208Pronta a guidarti alla sognata riva.