Vedi colui che posa austero e muto,
Esul quasi e straniero al secol reo?
Impenitente apostolo canuto
Quegli è il severo pensator d’Iseo;
A lui vasto sapere, animo acuto
Schiusero il regno, ove i miei fidi io beo;
A lui fra’ ceppi, che il tiran gli diede,
Nel trionfo del Ben crebbe la fede.
In quel pallido volto, onde traspira
Con prudenza profonda animo antico,
L’intemerato onor di Trani ammira
Dal cor di Bruno e dal pensier di Vico;
Di torve sette in fra l’insidie e l’ira
Puro egli passa e sol del Vero amico,
D’aquila al par, che la nebbiosa via
Trascende, e nella luce ebbra si oblia.
Agile, smanioso, in gran rovello,
Cavallotti v’è pur, l’uomo folletto,
Che come avesse un diavol per capello
Cento cose ogni dì caccia ad effetto:
Fa un discorso, un articolo, un duello,
Corre a un comizio, assiste ad un banchetto,
Avventa una querela, abbozza un dramma,
Torna a Milano a riveder la mamma.