Rotava Esperio smanioso i rai,
D’ira piangendo allo spettacol tristo:
E non verrà, fremea, non verrà mai
Un dio liberatore, Ercole o Cristo?
E tu, popol confitto, ognor sarai
Di codardi e di rei scherno e conquisto?
Nè vincerà giammai l’ultime prove
Quell’Idea, che agli oppressi animi è Giove?
Dubbioso core, allor gli dice Edea,
Che improvvisa fra quelle ombre gli appare,
E in tanta notte e fra quell’orda rea
Dell’eterna speranza un raggio pare:
Quella sublime, avventurosa Idea,
C’ha dentro alle solinghe anime altare,
Come riso di stella in basso loco,
Scenderà fra quest’ombre a poco a poco.
Il Sogno eccelso, che con rosee piante
Del redento Pensier la cima or tiene,
E con la luce del divin sembiante
Dei vati il core irradiando viene,
Il Sogno, per cui tante anime e tante
Or gemon fra calunnie e fra catene,
Scenderà, scenderà su questa riva
Fatto cosa terrena e immagin viva.