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216 Atlandide


Si contorce egli, e dalla petrea croce
     Divincolare invan tenta le braccia,
     Ed or supplica abjetto, ora la voce
     Fulmina, e spaventosa erge la faccia;
     Si arretra un tratto la congrega atroce,
     E si rannicchia alla fatal minaccia,
     Ma poi che intatti i ferri avversi vede,
     Più feroce di pria torna alle prede.

Torna; ed ecco dal mar torbido e grave,
     Che del sangue di lui bollendo cresce,
     D’anfibj mostri dalle facce prave
     Un inquieto stuol brulicando esce;
     Con umili atti, con voce soave
     Lusinghe e laudi e reticenze mesce,
     Si scalmana, s’acciuffa, e infin si assetta
     Appiè dei sommi, e i loro avanzi aspetta.

Nutriti di viltà, di fraude armati
     Mirali tutti in sol mentir costanti,
     Eroi legali, apostoli bollati,
     Bertoni in toga e galeotti in guanti,
     Barattieri pasciuti e decorati,
     Senatori bardassi e ladri santi,
     Caini e Giuda in levigati astucci,
     Professori Tartufi e Vanni Fucci.