A questa piaggia appunto, a cui siam presso,
Ora convien che il nostro legno arrivi,
Perchè l’aer ne provi, e da te stesso
Deliberi se meglio è restar quivi:
Se da tal prova non rimani oppresso,
Nè t’inveschi tra questi ozj cattivi,
Fuor d’ogni rischio e d’ogni indugio ingrato
Ai padiglioni miei giunger t’è dato.
Turbasi Esperio a tal proposta un poco,
E assai gli sembra inopportuna e nova,
Non già che rimaner tema in quel loco,
Chè l’ozio sempre in lui fe’ mala prova;
Ma chi dell’Ideale arde nel foco,
Comodo e bello il ritardar non trova:
Pur si fa core, e tacito si atterga
A lei che il guida ove l’Accidia alberga.
Sparsa l’isola tutta è di giacigli
Boffici al rezzo della selva nana;
Un russar cupo, un suon d’alti sbadigli
Vi fanno un’armonia perpetua e strana,
La quale, salvo error, par che somigli
Ad una melopea wagneriana,
Grave, continua, interminata, lenta
Che stupisce, stordisce ed addormenta.