Come pigri papaveri, le teste
Piegano tutte sonnolenti e stanche,
E lentamente in tardi gruppi inteste
Gittan le simiglianti ibride branche;
Latticinose pendono da queste
Pesanti bacche dalle polpe bianche,
Mezzo nascoste tra le foglie flosce,
Quali in madido vel morbide cosce.
Quivi, non pria l’ardor natio sbollisce,
Ogni deluso spirito si adima,
E in corpo enorme ed in cotenne lisce
Oblioso s’insacca e si concima;
Quivi all’accidiosa ombra poltrisce,
E il sonno è sua beatitudin prima;
L’opera sola, a cui sudar gli tocca,
È cogliere alcun frutto e porlo in bocca:
Opera faticosa, ond’ei più volte
Il cielo invido accusa e la fortuna,
Che far non volle, che senz’esser colte
Caschin le frutta in bocca ad una ad una;
Non senza protestar, che fra le molte
Sarebbe la più grave opra quest’una,
Se travaglio più duro e maggior pena
Non fosse alleggerir l’epa già piena.