Giovani pii, che in generose carte
Han la parola della vita attinta,
Che poi su le divine ali dell’Arte,
Difesa col pensier, di sangue tinta,
Sorgerà viva e gloriosa in parte,
Donde mai non sarà dispersa e vinta,
E da cui d’un fulgore ampio ed intenso
Schiarirà del futuro il cielo immenso.
E son vegliardi intemerati, a cui
Gl’impeti giovanili età non scema,
E a cui l’Idea, che in nequitosi, e bui
Tempi li accese, è fede alta e suprema:
Felici, se vissuti al ben d’altrui
Dar possano ad altrui la vita estrema;
Beati, se mirar possano in sorte
Viva l’Idea, quand’ei son presso a morte.
Splendono per l’azzurra aria, siccome
Bianche meteore in notti rugiadose,
Vergini che tra’ gigli hanno le chiome,
Austere madri e vereconde spose:
Vive Idee, che non han grido nè nome,
Cui di raggi e di fiori Amor compose;
Sogni di carità splendidi e cari,
Ch’ardon modesti in su gelosi altari.