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184 Atlandide


Una torma d’alunni a bocca aperta
     Serra i fianchi al dottor Pallondivento,
     Che sul diritto di punir disserta,
     E ne scopre il principio e il fondamento;
     Descrive a modo suo l’indole certa
     Del delitto e le cause e il crescimento,
     E di lombrosiani imparaticci
     Gravemente infarcisce i suoi pasticci.

Il delitto, egli grida, è una pazzia
     Che si rannicchia nell’uman cervello,
     Simile all’estro della poesia,
     Consanguineo del genio, anzi fratello:
     Basta che tiri vento o che gli dia
     Un’improvvisa passíon rovello,
     Perchè attaccando giù certi suoi moccoli
     Ei sbuchi a un tratto fuor de’ suoi bernoccoli.

Il delitto è una forza insita in noi,
     Che tutto l’esser nostro occupa e regge,
     Nè a via di galatei mutar la puoi,
     Nè sradicarla con rigor di legge:
     Il suo chiuso poter, gl’impeti suoi
     Non timor, non pietà frena o corregge;
     Opera fatalmente o molto o poco,
     Secondo il secco o l’umido del loco.