Una torma d’alunni a bocca aperta
Serra i fianchi al dottor Pallondivento,
Che sul diritto di punir disserta,
E ne scopre il principio e il fondamento;
Descrive a modo suo l’indole certa
Del delitto e le cause e il crescimento,
E di lombrosiani imparaticci
Gravemente infarcisce i suoi pasticci.
Il delitto, egli grida, è una pazzia
Che si rannicchia nell’uman cervello,
Simile all’estro della poesia,
Consanguineo del genio, anzi fratello:
Basta che tiri vento o che gli dia
Un’improvvisa passíon rovello,
Perchè attaccando giù certi suoi moccoli
Ei sbuchi a un tratto fuor de’ suoi bernoccoli.
Il delitto è una forza insita in noi,
Che tutto l’esser nostro occupa e regge,
Nè a via di galatei mutar la puoi,
Nè sradicarla con rigor di legge:
Il suo chiuso poter, gl’impeti suoi
Non timor, non pietà frena o corregge;
Opera fatalmente o molto o poco,
Secondo il secco o l’umido del loco.