— O mercanti di frodi, o degli umani
Consorzj in ogni tempo, e più nel nostro,
Arruffatori perfidi e villani,
Sempre i buoni vedrò sotto il piè vostro?
Voi che ognor pronte ad arraffar le mani
E a gracchiar sempre aperto avete il rostro,
Solo in frodi e in sofismi acre l’ingegno,
Voi sempre avrete i primi onor del regno?
Istitutori voi, che l’arte sola
D’ordir litigj, anzi tranelli, avete?
Educatori voi, che la parola
E il pensiero e l’onore e il cor vendete?
Legislatori voi, che di Lojola,
Di Cagliostro e di Giuda alunni siete?
Voi di leggi custodi, anime brutte,
Cui sol mestier è il calpestarle tutte? —
Parole! disse Edea; nobili e vere,
Ma vane e vecchie più del primo topo;
In certi casi, amico, è uman dovere
Menar prima le mani e parlar dopo.
— Io son pronto a menar.... — Meglio è tacere:
Non son risse e battaglie il nostro scopo;
Ad osservar qui t’ho condotto: serva
L’opere a miglior tempo, e intanto osserva.