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182 Atlandide


Miran gli astanti impensieriti e mesti
     Crescer la piena immensa e rotar massi
     Di codici divelti e di Digesti
     Ed irte glosse ed eruditi ammassi,
     Desolar del Diritto i campi onesti,
     Dell’offesa Ragion chiudere i passi,
     Ruinar del Buonsenso i vecchi ponti,
     E van di corsa a riparar su’ monti.

Suo discepolo in leggi e in procedura,
     Ma d’astuzia e di frodi a lui maestro,
     È Carino del Re, cui diè natura
     Tutto per far da ciondolo al capestro;
     Uom di modi elegante e di figura,
     E di lingua del pari e di man destro,
     Ma di pensieri tortuosi e bui,
     Ladro dell’oro e delle mogli altrui.

Trappolando e truffando abile, accorto,
     Corse a’ codici in barba il bel paese,
     E benchè sempre in tresche infami assorto,
     Sempre trovò chi gli fornì le spese;
     Biribissando la ragione e il torto,
     Di gonna in gonna ad alti gradi ascese,
     E nel tempio di Temi or siede a scranna,
     Da cui, reo non punito, il buon condanna.