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180 Atlandide


È questi l’onorevole Arciguajo,
     Chiacchierin saccentuzzo e impertinente,
     Che con quattro facezie e con un pajo
     Di paradossi in grazia entrò alla gente;
     Si levò dal natio suo mondezzajo,
     Nome scroccò d’arguto e d’eloquente;
     E a dire il vero, egli ha l’impostatura
     D’un abate Galiani in miniatura.

L’opera in che più suda e in che più vale
     È dondolarsi fra gli estremi e il centro,
     Cinguettar su la scienza universale,
     Non indagar nessuna cosa addentro,
     Danzar su l’orlo al codice penale
     Svelto, animoso, e non mai darci dentro,
     Lodar secondo i casi il bello e il brutto,
     Suo pro cavarne e sogghignar di tutto.

Sotto al suo patrocinio alto e cortese
     Gli onniscienti in equilibrio stanno,
     Che il dritto e il torto vendono al paese
     A venti e trenta mila lire all’anno,
     I paladini dell’età borghese,
     Gli eroi che tutto sanno e tutto fanno,
     Gli avvocati-arcolaj, gli uomini-intrugli,
     Tribuni, bottegaj, vendigarbugli.