È questi l’onorevole Arciguajo,
Chiacchierin saccentuzzo e impertinente,
Che con quattro facezie e con un pajo
Di paradossi in grazia entrò alla gente;
Si levò dal natio suo mondezzajo,
Nome scroccò d’arguto e d’eloquente;
E a dire il vero, egli ha l’impostatura
D’un abate Galiani in miniatura.
L’opera in che più suda e in che più vale
È dondolarsi fra gli estremi e il centro,
Cinguettar su la scienza universale,
Non indagar nessuna cosa addentro,
Danzar su l’orlo al codice penale
Svelto, animoso, e non mai darci dentro,
Lodar secondo i casi il bello e il brutto,
Suo pro cavarne e sogghignar di tutto.
Sotto al suo patrocinio alto e cortese
Gli onniscienti in equilibrio stanno,
Che il dritto e il torto vendono al paese
A venti e trenta mila lire all’anno,
I paladini dell’età borghese,
Gli eroi che tutto sanno e tutto fanno,
Gli avvocati-arcolaj, gli uomini-intrugli,
Tribuni, bottegaj, vendigarbugli.