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18 Atlantide


Troppo fra’ lacci ei non languì; l’obliqua
     Intenzion conobbe e l’arte rea,
     Onde fra’ baci la Sirena iniqua
     68Stemprar l’indole altera in lui volea:
     Rifiammeggiò nella fierezza antiqua
     L’entusiasmo dell’eccelsa Idea;
     La sopita virtù rivestì l’armi,
     72Ed ei tornò fra le battaglie e i carmi.

E tu dell’amor suo, tu de’ suoi canti
     Fosti, Italia, argomento e tu dell’ira,
     Tu che possanza e libertà millanti
     76E che pur serva e derelitta ei mira:
     Acceso il core in te d’impeti santi,
     Ad alte imprese, a nuovi tempi aspira,
     Ed augure cantor d’età più bella
     80Freme a’ tuoi danni e i vizj tuoi flagella.

Torce il grifo a’ suoi colpi e il dorso scrolla
     La turba rea ch’oro e vergogne insacca,
     Ma invan, che su la fronte egli la bolla
     84Di marchio eterno, e il cuoio infame intacca;
     Turge di rabbia e di velen la folla
     Tanto più furba quanto più vigliacca;
     E contro lui, che l’inferrò alla gogna,
     88Tribunal si fa il cesso, ara la fogna.