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Canto ottavo 177


Sotto al pallon, co’ corpi in due piegati,
     Mettonsi a mele in su per ore ed ore,
     E a denti stretti, con fieri conati
     Il concetto vapor cacciano fuore,
     Finchè, come dio vuole, a via di fiati
     Spiega l’aereo mostro il suo valore,
     E nella cesta, c’ha sotto la pancia,
     Un dei più svelti accoglie, e al ciel si lancia.

Quei che su tutti or sorge, e il dotto muglio
     Gitta quaggiù dalle usurpate altezze
     È Spetino dei Ferri, inclito intruglio
     D’ablativi assoluti e di sciocchezze;
     Uom bravo a farsi onor del Sol di luglio
     E a rivestir di suo le altrui stoltezze;
     Scopritor d’un chimerico paese,
     Ond’offre il trono a chi gli fa le spese.

Ricco è il fondaco suo di luccicanti
     Minuterie, di lattei sillogismi,
     D’assiomi che pajono brillanti,
     D’illusioni a mo’ d’enteroclismi;
     Sparsi vedi qua e là per tutti i canti
     Giudizj a scatto ed argomenti a prismi,
     Ed intuiti, che sol che tu li tocchi,
     Balzan fuor degli astucci e sbarran gli occhi.