Vengono in questo a un’ampia casamatta
Alta sopra un poggiòlo e sì fumosa,
Che di fumo e di nuvole par fatta
O d’altra simigliante aerea cosa;
Certe ceste di vimini e d’ovatta
Galleggian sopra alla marea nebbiosa,
E in ciascuna v’è un uom, che all’aria estolle
Fuor d’un cannello iridescenti ampolle.
Costoro, disse Edea, sono gli Astratti,
Filosofi di tempra alta e sublime,
Ch’al pensiero plebeo lasciano i fatti
E ad indagar si dan le cause prime;
La Natura con lor discende a patti;
Ovvie a lor son dell’Essere le cime;
Lor guida è Dio, lor casa il firmamento....
Càzzica, esclamò Esperio, e fece vento.
A meglio investigar l’anima e il mondo
E chi ’l mondo creò con arte estrema
E per conoscer d’ogni cosa il fondo
Adoprano un pallon detto Sistema:
Con questo quant’è il ciel girano in tondo.
Scovan di tutto la ragion suprema,
E a forza d’io, non io, d’ente e non ente,
Crean, come il lor Dio, tutto dal niente.