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176 Atlandide


Vengono in questo a un’ampia casamatta
     Alta sopra un poggiòlo e sì fumosa,
     Che di fumo e di nuvole par fatta
     O d’altra simigliante aerea cosa;
     Certe ceste di vimini e d’ovatta
     Galleggian sopra alla marea nebbiosa,
     E in ciascuna v’è un uom, che all’aria estolle
     Fuor d’un cannello iridescenti ampolle.

Costoro, disse Edea, sono gli Astratti,
     Filosofi di tempra alta e sublime,
     Ch’al pensiero plebeo lasciano i fatti
     E ad indagar si dan le cause prime;
     La Natura con lor discende a patti;
     Ovvie a lor son dell’Essere le cime;
     Lor guida è Dio, lor casa il firmamento....
     Càzzica, esclamò Esperio, e fece vento.

A meglio investigar l’anima e il mondo
     E chi ’l mondo creò con arte estrema
     E per conoscer d’ogni cosa il fondo
     Adoprano un pallon detto Sistema:
     Con questo quant’è il ciel girano in tondo.
     Scovan di tutto la ragion suprema,
     E a forza d’io, non io, d’ente e non ente,
     Crean, come il lor Dio, tutto dal niente.