Ma tu con magisteri alti ed acuti
Così l’apposti e la persegui in caccia,
Che perfin tra lo sterco e negli sputi
Ne sorprendi ogni specie ed ogni traccia;
E sì col vetro indagator la scruti,
Che sai dir come viva e ciò che faccia,
E le sembianze, il numero, i natali
E i connubj ne sveli e i funerali.
Nè di ciò paga, con pensier fecondo
Scegli e nutrisci i piccioletti mostri
Di brodo acconcio, e in chiari vetri al mondo
Meraviglia gradita, indi li mostri.
Ghigna la Morte, è ver; preme l’immondo
Stuol dei morbi tuttora i petti nostri,
Ma vincerai: già le gazzette han piene
Delle tue panacee natiche e schiene.
Nè su’ minimi solo e su l’oscura
Materia affermi il tuo solenne impero,
Ma penetrando il cor della Natura
Dalle latebre sue scovi il pensiero;
Segni il tempo che a volo esso misura
Attorno al cerebral doppio emisfero,
Segui ogni via ch’ei corre al corpo intorno
Con biglietto d’andata e di ritorno.