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Canto primo 17


Invaso, ossesso dal pensier sublime,
     Contro le schiere avverse alza la voce,
     E sopra a lor dalle inaccesse cime
     44Del suo puro Ideal piomba feroce:
     D’inflessibile acciar son le sue rime,
     E con esse i malvagi inchioda in croce;
     La foga de’ suoi carmi è qual torrente
     48Impetuosa e come lava ardente.

Ma un giorno, ahimè, che intorno a lui più folta
     Fervea l’ira nemica in dubbia pugna,
     Un’alma bieca in belle membra avvolta
     52Saettò contro lui perfida l’ugna;
     Poi degl’inganni suoi tutta raccolta
     La schiera industre, il generoso oppugna,
     E vedendolo omai presso a languire,
     56L’attorce fra le sue frigide spire.

E tanto alfin con ambidestro ingegno
     La sua peste gl’insinua entro le vene,
     Che quanto prima in esso era disdegno,
     60Compassion, vaghezza, amor diviene.
     O amor, quando tu miri a nobil segno,
     Fonte sei d’ogni luce e d’ogni bene;
     Ma se d’ozio ti pasci, i più sublimi
     64Animi atterri e i più gagliardi opprimi!