Ma ne’ suoi studj geniali assorto
E dell’onesta povertà contento,
Tal dall’anima sua traea conforto, 20Che pensier non n’avea, non che sgomento;
E nulla essendo a simulare accorto,
Dava alle offese altrui novo argomento:
Chè al vulgo turpe alle lusinghe avvezzo 24È mortale velen l’altrui disprezzo.
Sopra l’ali del canto ergersi a volo
E sgominar dei Numi il gregge inetto,
Palese opporre, ancor che inerme e solo, 28In pugne audaci ai prepotenti il petto,
Dei vecchi errori saettar lo stuolo,
Schernir feroce ogni più sacro objetto
Della codarda ipocrisia civile, 32Questa è l’opera sua, questo il suo stile.
E tale una profonda, intima fede
Nel trionfo del ver l’anima gli arde,
Che tutte intorno dileguar già vede 36Del male e del dolor l’ombre infingarde:
Ecco, d’ogni virtù la terra è sede;
Ecco, amor vince l’anime più tarde;
Ecco, mutato al suo raggio fecondo 40In un fraterno sodalizio il mondo!