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152 Atlandide


Ma oltre a questa valle e al doppio fonte
     De’ fiumi di topazio e di rubino,
     Lievemente ondulato alzasi un monte
     Levigato, ritondo, alabastrino:
     Chi ne prenda in april la via di fronte,
     Se a mezzanotte va, giunge al mattino,
     E s’imbatte in un tempio alto ed antico,
     Che dell’isola appunto è l’ombelico.

Meraviglioso a prima vista e adorno
     Di strane punte l’edificio appare:
     Ogni ornamento suo fatto è di corno,
     Nè sol di bestie peregrine e rare;
     Tutto ciò ch’è sopr’esso e ad esso intorno
     Ha del corneo esser suo tracce ben chiare:
     Soglie, volte, pareti, archi, colonne,
     Di corno è tutto, e tutto opra di donne.

E perchè nulla mai soffra dall’onte
     Del vecchiaccio rapace il tempio augusto,
     Una fabbriceria sorge sul monte,
     Dove le artiste di più nobil gusto
     Vegliano a tutte le stagioni, e pronte
     A rifarvi non sol quanto è più frusto,
     Ma ad arricchirlo d’altre opere dotte,
     Sudan le poveracce anche la notte.