Ci sono, è ver, le nobili eccezioni,
Ma contar le potrai su cinque dita;
L’altre tutte, che inverton le ragioni
Del sesso, con l’onor la fan finita;
Aman più de l’allor chi le sfrugoni,
E via più del saper la bella vita;
Onde, se a modo mio sferzo i lor usi,
L’intento è buono, e l’onestà mi scusi.
Qui mutate l’eroe sembianze e gonne,
Rivolse intorno curioso i lumi,
E dell’isola insieme e delle donne
A osservar cominciò luoghi e costumi;
Al mezzo si schiudea, come ipsilonne,
La terra, e quinci e quindi uscían due fiumi,
Che uguali s’avvolgean per lungo spazio,
L’un di rubino e l’altro di topazio.
All’origin di questi una selvetta
Inarcar fece al Peregrin le ciglia:
Selva o foresta delle Opunzie è detta,
Ed è, credo, l’ottava meraviglia;
Molle qual pelo è la sottile erbetta
D’una bizzarra vegetal famiglia;
Gli alberi tutti pajon membri umani,
Ma grandi sì che dio ne scampi i cani.