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146 Atlandide


Ci sono, è ver, le nobili eccezioni,
     Ma contar le potrai su cinque dita;
     L’altre tutte, che inverton le ragioni
     Del sesso, con l’onor la fan finita;
     Aman più de l’allor chi le sfrugoni,
     E via più del saper la bella vita;
     Onde, se a modo mio sferzo i lor usi,
     L’intento è buono, e l’onestà mi scusi.

Qui mutate l’eroe sembianze e gonne,
     Rivolse intorno curioso i lumi,
     E dell’isola insieme e delle donne
     A osservar cominciò luoghi e costumi;
     Al mezzo si schiudea, come ipsilonne,
     La terra, e quinci e quindi uscían due fiumi,
     Che uguali s’avvolgean per lungo spazio,
     L’un di rubino e l’altro di topazio.

All’origin di questi una selvetta
     Inarcar fece al Peregrin le ciglia:
     Selva o foresta delle Opunzie è detta,
     Ed è, credo, l’ottava meraviglia;
     Molle qual pelo è la sottile erbetta
     D’una bizzarra vegetal famiglia;
     Gli alberi tutti pajon membri umani,
     Ma grandi sì che dio ne scampi i cani.