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138 Atlandide


Alfin ristette, e al convenuto segno
     Saltabellando usciron due donzelli
     Per porgli in capo il lauro, ond’egli è degno
     Assai più che le anguille e i fegatelli;
     Ma perso l’equilibrio ed il contegno,
     Ei fa in quel punto un giro tal, che quelli
     Gli assettano l’alloro in modo strano
     Su la sede central del corpo umano.

Un urlo alzâr le ammiratrici torme,
     S’indignò l’alto popolar consesso;
     Ma Baraballo con modestia enorme
     Dichiara, che per lui torna lo stesso,
     Ch’ogni parte del corpo è in lui conforme,
     Che più grato anzi gli è l’onor concesso,
     Ch’essendo ei novatore e all’uso opposto,
     È ragion che l’alloro abbia in quel posto.

I concenti, le danze, i fuochi, il carro,
     Sopra cui Barabal fino alla notte
     Fu portato in trionfo, io non vi narro;
     Dirò solo, che il carro era una botte;
     E aggiungerò ch’ei non avea tabarro,
     Ma in cambio del tabarro avea tre cotte.
     E tornando ad Esperio ed all’amica,
     È necessario ch’al lettore io dica,