L’attentato feral, l’alto scompiglio
Il gran Protocordone accorto rese,
Tal che gli crebbe in corpo un buon consiglio,
Sì buon che meraviglia anch’ei ne prese:
Devo, egli pensa, a sì mortal periglio
Esporre ancora il mio vetusto arnese?
O non potrebbe in quest’orrendo ballo
Da pompa e da pompier far Baraballo?
Egli che tuttodì da noi riceve
Sì grati ufficj e sta del regno in cima,
Definir può la lite e l’aurea in breve
Ridare a noi tranquillità di prima;
Con un servigio più proficuo e lieve
Che versi attorcigliar privi di rima,
Può da lungi smorzar l’ire omicide,
Tal che si dica poi: Vinse e non vide!
Il provvido consiglio ai duci esposto,
Tanto se ne mostrâr contenti e grati,
Che furon dalle due parti bentosto
Quattro eroi scelti e a Barabal mandati.
Lo trovarono assiso in un tal posto,
Ch’effluvj concedea non troppo ambrati,
E dove come un dio spesso egli gode
Fra lampi e tuoni edificare un’ode.